Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana

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1° semestre: Composizione e scomposizione di un “cubo” di spazio

(da svolgersi singolarmente)

Obbiettivo dell’esercitazione è quello sperimentare alcune azioni elementari atte a definire i caratteri di uno spazio primario nelle tre dimensioni attraverso operazioni di delimitazione, partizione, deformazione, giustapposizione, connessione, inclusione, interferenza e ripetizione. di scelte che rispondono di volte in volta a una condizione specifica. L’esercizio è quello di concepire uno spazio architettonico elementare, partendo da un cubo ideale di 500x500x500 cm di dimensione, attraverso un processo di elaborazione progressiva degli elementi fondamentali minimi che lo vanno a comporre di cui si propone una possibile sequenza: 1 specificità dell’abitare, 2 rapporto con la luce, 3 distribuzione verticale, 4 transizione tra interno ed esterno, 5 struttura tecniche e materiali, 6 figure e tessiture superficiali dell’involucro, 7 rapporto con un sito specifico, 8 possibili aggregazioni.

2° semestre. Percorsi minimi dell’abitare urbano.                                    

(da svolgersi in gruppo di 2 o 3 componenti)

Progetto per un luogo.  Milano le 5 vie (2014/15-2015/16); Genova, Il Ghetto (2016/17-2017/18)

La seconda parte del laboratorio consiste nell’elaborazione di un progetto architettonico. Il percorso progettuale muove dallo studio e analisi di un contesto urbano, dal rapporto con il luogo e le preesistenze ambientali e architettoniche che lo caratterizzano, per arrivare alla definizione architettonica di un progetto, fino all’approfondimento e allo studio di una unità abitativa in dettaglio.

L’obbiettivo è quello di aprire una riflessione progettuale sul sistema di relazioni tra i diversi elementi contestuali e sulle caratteristiche architettoniche e spaziali afferenti ai tipi e alle diverse scale dell’abitare contemporaneo.

Una prima fase di lettura interpretativa del contesto, attraverso l’analisi del tessuto urbano circostante e delle sue specificità insediative e architettoniche, condurrà alla disposizione del principio insediativo di progetto. Il processo progettuale persegue l’idea di ricostruire un lotto urbano di dimensioni contenute attraverso una sorta di processo di sottrazione da un volume primario immaginario, tenendo conto dei vincoli contestuali quali allineamenti, profondità, altezze, adiacenze. Partendo da una sagoma massima d’inviluppo volumetrico si immagina quindi di andare a sottrarre circa l’50% del volume totale, per ottenere il volume costruibile: questa è la quantità edificabile da disporre all’interno del perimetro del lotto secondo il principio insediativo che si va a determinare. Alla forma del costruito deve quindi corrispondere come contraltare la figura di un vuoto in modo da non saturare per intero il volume complessivo dell’invaso urbano preesistente. Di grande importanza è l’esposizione e il conseguente raggio di incidenza solare. L’idea è quella di garantire una certa permeabilità a piano terra rispetto alla strada, con un carattere di spazio semipubblico coperto, che presenti ai piani superiori un’articolazione di spazi con attenzione al rapporto interno-esterno, pieno-vuoto. Il progetto di un nuovo spazio dell’abitare viene concepito, non tanto in risposta ad una domanda strettamente funzionale, quanto attraverso la declinazione delle azioni, individuali e collettive, che vi si svolgono: Spazio per l’arte con annessa residenza per artisti e gallerista nel caso delle 5 Vie di Milano e residenza collettiva per studenti nel caso del Ghetto di Genova.

 

Collaborators: Davide Brevi, Matteo Barbieri 
Students: Chiara Franco, Elena Galati, Mattia Frigerio, Paolo Ferioli, Soia Galli 
Type: Studio 
Year: I Year 
Anno accademico: 2015/2016 
Semester: Annuale