Laboratorio di Progettazione Architettonica 2

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Ancora il tema è l’ex Arsenale militare di Pavia. Se sul fronte urbanistico particolare attenzione è riservata al confronto critico e alla verifica, rispetto alle condizioni strutturali, dei piani che nel corso del ’900 hanno visto Pavia quale campo di sperimentazione privilegiato del dibattito urbanistico (da quello dei BBPR per la città Corporativa fascista a quello di fine anni Settanta di Campos Venuti e Giovanni Astengo), in ambito compositivo si è deciso di circoscrivere l’universo linguistico di riferimento a 49 opere di 49 architetti lombardi: dall’Amadeo al Richini, da Luigi Cagnola a Giovanni Greppi, fino a Guido Canella, Aldo Rossi e Antonio Monestiroli, passando per Portaluppi, Fiocchi, Terragni.

A tale universo collettivo, composto con il contributo di tutto il laboratorio, ogni studente liberamente ricorre per risolvere la parte di progetto di sua competenza, sia in termini di impianto che di scelte linguistiche o formali, secondo procedimenti e artifici compositivi sperimentati negli esercizi del primo semestre.

Il lavoro sull’area dell’ex Arsenale militare è infatti preceduto – come negli anni passati – da una serie di Assemblages de grande jeunesse. Quest’anno si è introdotto Venezianella e Studentaccio, omaggio all’ultima stagione marinettiana, esercizio che verte sulla proprietà di prefigurazione volumetrica che piante e sezioni naturalmente posseggono, oltre quella solita descrittiva: «Si parte ancora da un collage di piante privo di destinazione d’uso, solo il perimetro è dato e in questo caso coincide con uno dei palazzi veneziani descritti dal Palladio nei Quattro libri. Le piante da cui attingere per il collage provengono da un catalogo collettivo di edifici e progetti veneziani: ognuno taglia, ruota, incolla a piacere. Come per magia l’equilibrio tra parti distribuite e distribuenti, tra spazi collettivi e privati è confermato (d’altronde si parte da elementi preformati). Ripetere l’esercizio per il collage di sezioni. Non vi è alcun legame con il collage di piante precedentemente predisposto, la sezione condivide con la pianta solo l’estensione longitudinale, che è ancora quella del Palladio. Arrivati a questo punto, l’abilità sta nel predisporre un volume che sia contemporaneamente espressione delle potenzialità plastiche e spaziali della pianta e della sezione. Dove vince la pianta, la sezione cede, quando è la sezione a imporsi, la pianta asseconda le prerogative della sezione. Ancora è un problema di composizione, ancora, attraverso una serie successiva di operazioni, si producono forme da altre forme (verrebbe quasi da dire architetture da altre architetture, ma lo scrivo tra parentesi, per non irritare chi mai attribuirebbe il valore di architettura a tali giochi)» (’ANANKE, n. 84, maggio 2018).

 

Collaborators: Andrea Ronzino, Ilaria Sgaria, Riccardo Zucco, Stefano Malusardi, Tommaso Brighenti 
Students: Alessandra Spanò, Chiara Besseghini, Chiara Castellano, Daniele Domokos, Davide Fiorini Granieri, Deborah Berettini, Diego Mambelli, Diego Morabito, Edoardo Silva, Federica Guzzaloni, Federico Ghezzi, Francesca Fiumanò Gasparro, Gabriele Maffezini, Giorgia Catalano, Giovanni Marca, Ilaria Congiu, Leonardo Bonanomi, Mattia Penati, Migena Nezha, Paolo Razzino, Pietro Brigatti, Riccardo Danese, Tommaso Casotto, Valentina Albertini 
Type: Studio 
Year: II Year 
Anno accademico:  
Semester: Annuale