Daniele Pisani
Ricercatore legge 240/10 - t.det. a tempo pieno
Thematic and methodological focus of the proposed courses/laboratories
Il corso di Storia dell’Architettura 2 si propone l’obiettivo di tracciare un profilo, chiaro quanto aperto e problematico, dell’architettura occidentale tra la metà del Settecento e la metà del Novecento. Il corso è organizzato attraverso una serie di lezioni che si concentrano su figure e movimenti chiave così come su momenti e contesti particolarmente rilevanti, senza rinunciare a compiere alcuni approfondimenti tematici. L’intenzione di fondo è quella di mettere gli studenti nella condizione di costruirsi una visione critica degli argomenti trattati. È per tale ragione che allo studente non si richiede solo di essere adeguatamente preparato sul programma affrontato, ma anche di riconoscere – ad esempio – le costruzioni storiografiche attraverso cui i temi trattati gli sono spesso stati presentati. Il corso, in altri termini, si propone il duplice obiettivo di trasmettere delle conoscenze e di problematizzare il modo in cui queste conoscenze ci sono state e continuano a esserci trasmesse.
Per aiutare lo studente a prendere attivamente posizione, in modo esemplare, nei confronti di uno dei temi trattati, la seconda parte del corso prevede una serie di seminari di gruppo obbligatori, in cui ogni singolo studente – in questo aiutato dal lavoro dei compagni di gruppo che si occupano di altre sfaccettature del medesimo argomento – è chiamato, sulla scorta di un approfondimento bibliografico, del confronto con il lavoro condotto in parallelo dai colleghi e delle indicazioni del docente o dei suoi collaboratori, ad acquisire un livello di conoscenza sufficiente a permettergli di dominare lo status quo della ricerca; su tale base, eventualmente, può pure iniziare a formulare qualche ipotesi. Il punto naturalmente non consiste nel produrre ricerca originale, ma nel collocare lo studente nella posizione che deve competergli come futuro professionista (e come cittadino): quella di chi è in grado di maneggiare abilmente le informazioni e contro-informazioni di cui dispone e, quindi, di prendere posizione criticamente nei loro confronti.
Per fare questo non esiste una metodologia buona per sempre, che si tratta semplicemente di “applicare” – ne esistono innumerevoli. Lo studente deve capire che la metodologia si costruisce sempre ad hoc, in funzione di ciò di cui ci si occupa come dei propri intenti, della propria tendenza a deformare i fatti in vista di certi obiettivi come delle proprie competenze o mancate competenze. Anche in questo ambito, il corso vorrebbe offrire un piccolo contributo: nel mostrare allo studente la necessità di mettere ogni volta a punto gli strumenti con cui poi manipolare i dati; nel mostrare che questa operazione non è affatto neutrale; nel mostrare che non porsi questo ordine di problemi significa arrendersi alla ripetizione acritica di interpretazioni altrui e tutt’altro che neutrali.
Per giungere a tale obiettivo, non si richiede allo studente di produrre un elaborato finale – anche se nessuno gli vieta di farlo, e in certi casi specifici è anzi bene che lo faccia – ma di esporre oralmente il frutto dell’approfondimento compiuto nel corso del suo lavoro seminariale. Nel corso dell’interrogazione, il docente si propone di valutare non soltanto la conoscenza della materia dimostrata dallo studente, ma anche la sua capacità di spaziare così come di essere sempre cosciente delle costruzioni interpretative all’interno delle quali (o tra le quali) si muove.
Subjects of the Final Work covered as a thesis supervisor
Gli argomenti trattati dagli studenti negli Elaborati Finali seguiti dal docente quale relatore rientrano, in linea di massima, nel quadro dell’architettura del Novecento, anche se in certi casi si possono verificare eccezioni. Sono particolarmente benvenute ricerche dedicate all’ambito a cui da anni il docente sta dedicando la maggior parte delle sue energie, ossia l’architettura brasiliana moderna e contemporanea; un altro contesto privilegiato è costituito dal mondo di lingua tedesca tra il tardo Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Quel che più conta agli occhi del relatore è, tuttavia, la modalità in cui l’argomento proposto viene prima “costruito” e poi trattato. Non è affatto detto che un tema interessante costituisca un buon argomento di Elaborato Finale. Per poter essere analizzato propriamente, un argomento deve poter essere circoscritto in maniera relativamente nitida, ma deve, al tempo stesso, essere capace di gettare nuova luce su ciò che ne sta al di fuori. Il fatto che possa essere circoscritto, in particolare, pone lo studente nella condizione di avere, sull’argomento prescelto, un adeguato controllo; il fatto che l’interesse delle questioni affrontate (e il modo in cui lo sono) debba avere delle ricadute sprona, per contro, lo studente a prendere posizione, ad assumere un’attitudine critica, scegliendo argomenti da lui ritenuti rilevanti.
In quanto esercizi nell’ambito di una disciplina dotata di carattere scientifico quale la storia, è auspicabile che gli Elaboratori Finali costituiscano il frutto di una ricerca condotta almeno in parte anche sulle fonti primarie; è, comunque, imprescindibile il dovuto rigore nella scrittura del testo e nella compilazione dei relativi apparati.