Michele Giovanni Caja

Professore associato a tempo pieno

Focus tematici e metodologici degli insegnamenti svolti

Imparare dalla città storica

L’insegnamento del progetto di architettura si basa su un approccio tipologico e morfologico, che si riflette sia sulla fase analitica (Corso di Caratteri distributivi e Tipologia architettonica) che su quella applicativa (Laboratorio di Progettazione Architettonica 2). Particolare attenzione viene data al rapporto con il luogo, inteso nell’individualità dei suoi caratteri specifici rispetto alle singole città in cui il progetto si pone. Il progetto di una singola casa non viene inteso come oggetto slegato da qualsiasi contesto, bensì come architettura appartenente ad un luogo dato, ad una particolare città, ed ai vincoli e caratteri specifici che una area propone attraverso la sua storia. La città viene intesa come prodotto di un lungo processo di sedimentazione storica, in cui ciascun edificio è risultato di precisi rapporti che lo legano al suolo e alla sua struttura morfologica, in relazione ai quali esso non si pone come momento eccezionale, ma quale elemento in grado di riconfermare la continuità dei modi insediativi tramandati. In questo senso si spiega il titolo tematico dell’insegnamento, dove per città storica non si intende un momento legato a forme e stili vincolati ad un epoca, quanto un modello concreto in grado di indicare le linee guida a chi progetta una casa o un edificio pubblico. Da questo resta possibile individuare i modi con cui costruire frammenti o parti di città secondo le modalità con cui essa si è sviluppata nel tempo quale struttura compatta e densa, secondo tipi architettonici fissi e riconoscibili, quali la casa a blocco accostato, la casa in profondità, ecc., su cui un intera generazione di architetti a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso si è confrontata.

Proprio rispetto a questi tipi, l’analisi e il progetto trovano un momento comune in cui confermare la validità dei modelli insediativi tramandati e allo stesso tempo metterli alla prova rispetto alle rinnovate esigenze contemporanee. La ripresa di elementi morfologici quali l’isolato parcellizzato, la strada, la piazza, la continuità della cortina edilizia e dell’altezza della linea di gronda, è complementare all’assunzione tipologica di case edificate su lotti accostati, quali modelli concreti per la città contemporanea, soprattutto in risposta alle richieste sempre più attuali di sostenibilità ed economia di suolo. Il modello della città storica, inteso nella sua struttura parcellare, diviene così riferimento non solo per operare in contesti consolidati, parzialmente frammentari, attraverso operazioni di ricucitura (non semplice rammendo), completamento e sostituzione, ma anche per intervenire in aree di ampliamento ex novo, là dove la città perde la sua forma e si diffonde nel territorio o paesaggio suburbano. Solo in questo senso si superano vecchie dicotomie come centro/periferia, città storica/ contemporanea, città compatta/diffusa, rifacendosi ad una nozione di architettura della città intesa quale elemento permanente di contro al fallimento di molte idee di città che nell’arco dell’ultimo secolo si sono susseguite senza essere in grado di costruire ambienti vivibili e urbani.

In concreto i temi di progetto si sono incentrati, nell’arco degli ultimi anni accademici, su due città (Berlino, Milano), assunte come contesti allo stesso tempo ideali e reali, per la ricchezza della loro storia e per l’esemplarità delle loro architetture, in cui definire il progetto. Le aree sono state scelte in base al tema dell’intervento proposto (isolato, case a destinazione mista) e rispetto a scale diversificate (lotti vuoti da completare, sostituzioni puntuali di edifici preesistenti, interi isolati da progettare ex novo).

Argomenti degli Elaborati Finali trattati in qualità di relatore

Le due tesi qui presentate, entrambe discusse nell’A.A. 2017-18 si sono incentrate su questioni specifiche dal punto di vista della composizione architettonica e urbana-

1 L’analisi di Gatti è partita dal confronto tra il progetto di Giorgio Grassi sul sito del bastione di Porta Volta a Milano e la nuova sede della Fondazione Feltrinelli realizzata dallo studio svizzero Herzog&de Meuron, su un’area confinante il tracciato del bastione spagnolo preesistente. L’analisi svolta da Gatti è puntuale, volta a dimostrare le ambiziose intenzioni del primo progetto, rimasto sulla carta, rispetto all’opera realizzata, già di per sé comunque diventata icona del nuovo paesaggio urbano milanese in via di rapida trasformazione. Un’analisi su due progetti che mostra un’apertura al confronto e alla logica sottesa alle intenzioni del progetto. Indagare sul perché delle scelte che si fanno in ambito progettuale, ma anche sul come dare una risposta a queste stesse, è l’aspetto principale su cui si fonda la tesi.

2 Alla base della tesi di Jordi Pulerà c’è un interesse profondo per un elemento, la colonna, che ha rivestito un ruolo fondamentale per la storia dell’architettura e le cui origini ci parlano dell’evoluzione delle conoscenze costruttive umane. In ogni epoca si è cercato di attribuire un nuovo significato alla colonna, reinterpretando le sue componenti principali, al fine di confermare o confutare quanto detto in precedenza. Da ciò è scaturito un panorama caleidoscopico di soluzioni, nel quale forme e materiali si intrecciano in maniera unica. Questo lavoro si pone l’obiettivo di verificare ciò che rimane oggi della colonna, sulla base di alcuni casi esemplari che hanno contribuito a tracciarne lo sviluppo storico. Si è operata una selezione delle colonne per funzione spaziale, forma, uso, materiale e citazione, cercando di conservare una visione più ampia possibile sulle diverse esperienze che hanno caratterizzato le stesse epoche storiche.